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Glass House
Glass House | Suki Fleet
9 posts | 1 read
At seventeen, Sasha is a little lost and a lot lonely. He craves friendship and love, but although he's outwardly confident, his self-destructive tendencies cause problems, and he pushes people away. Making sculptures out of the broken glass he collects is the only thing that brings him any peace, but it's not enough, and every day he feels himself dying a little more inside. Until he meets Thomas. Thomas is shy but sure of himself in a way Sasha can't understand. He makes it his mission to prove to Sasha that he is worthy of love and doesn't give up even when Sasha hurts him. Little by little Sasha begins to trust Thomas. And when Sasha is forced to confront his past, he realizes accepting the love Thomas gives him is the only way to push back the darkness.
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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

"Io non ti farò del male", soggiunse, pronunciando le parole così piano che quasi non le sentii. Ma non aveva importanza se gli credessi o meno perché non potevo fare a me stesso l'identica promessa. Mi sarei sempre fatto del male, molto più di chiunque altro.

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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

Non volevo raccogliere vetri quel giorno. Stavo disperatamente cercando di essere una persona diversa, quel giorno. Qualcuno che non fosse ossessionato e non avesse preoccupazioni nè dubbi: il raccogliere vetri mi avrebbe riportato alla realtà della mia esistenza, mi ci sarei schiantato contro. Sapevo di non poterla sfuggire però; la realtà di vita era come l'infinito borbottio di una pompa di calore. Impossibile da fermare.

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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

Il ragazzo-rana allo specchio se n'era andato, momentaneamente sostituito, almeno per quel giorno, da qualcuno che non avevo mai notato prima, qualcuno che, forse, non si portava dietro, tutto il tempo, così tanta oscurità. Perlomeno sperai che non lo facesse

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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

Ero così lontano dall'essere calmo in quel momento. Scossi la testa perplesso. Non facevo sentire le persone al sicuro. Come avrei potuto, se a malapena mi ci sentivo io.

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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

Fu troppo, troppo vicino. Mi sentii come se lui riuscisse a vedermi dentro. Mi morsi le labbra e chiusi gli occhi, avvolto dal suo calore e profumo. Erano insieme paradiso e inferno. E la battaglia che imperversava dentro di me mi stava devastando.

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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

La tensione che sentivo dentro gli occhi fu come uno tsunami irrefrenabile. Replicai l'intera situazione nella mente: non avrei mai potuto dare a Thomas quello di cui aveva bisogno, quello che si sarebbe meritato. Lo avevo già ferito e avrei continuato a farlo anche senza volerlo. Non avevo mai avuto intenzione di fargli del male. Sapevo però che sarebbe stato inevitabile. Non mi ero mai sentito in balia di qualcosa di così assoluto e reale.

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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

Perché mi dava fastidio che lui stesse attento a non strappare la carta? Perché mi faceva stare male il fatto che quello significasse sul serio così tanto per lui? Perché avevo così tanta paura di ferirlo?

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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

"Non sei timido, mi vieni a parlare a scuola", mormorai, abbastanza consapevole che quello era proprio un atto di spavalderia. Avrei voluto che aprisse quel dannato regalo. Iniziavo a sentirmi un po' male per quell'attesa. "Trovare il coraggio di venirti a parlare in classe è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto"

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GiadaLexy
Glass House | Suki Fleet

"Non mi distinguerò mai tra la folla", continuò Thomas. "Sono troppo timido e comune... ma quando sto con te... non ha importanza. Nient'altro importa. Non esiste nemmeno la maledetta folla, ci siamo soltanto noi due"